Fasi della crescita, ecco come si possono individuare facilmente

Tanti genitori si chiedono se sia possibile riuscire a prepararsi in tempo per poter riconoscere le varie fasi della crescita che caratterizzano lo sviluppo dei bambini. Insomma, tutto quello che vorrebbero sapere è se possa esistere qualche sistema che permetta di prevedere quei momenti e quei periodi in cui inevitabilmente i propri figli cambieranno.

Esiste un approccio, denominato Touchpoint, che è basato su un’idea davvero rivoluzionaria in tal senso. Infatti, si tratta di un modello neuro-evolutivo che è in grado di mettere a disposizione dei genitori una vera e propria guida anticipatoria, che dà una mano a interpretare in maniera corretta le varie e fisiologiche fasi di crescita del bambino.

Un modello che è stato inventato da parte del pediatra americano T.B. Brazelton negli anni Cinquanta dello scorso secolo. La base su cui si fonda tale concetta è che i genitori, più di qualsiasi altro pedagogista, rappresentano i veri esperti del loro bambino, dal momento che loro hanno tutti gli strumenti e le possibilità per avvertire immediatamente i cambiamenti.

Ed è vero: i genitori, infatti, sono in grado di notare praticamente qualsiasi cosa che riguarda i loro figli, ma spesso non hanno il supporto corretto per comprendere cosa possa aver portato a tali cambiamenti. Ebbene, l’approccio Touchpoint ha proprio questo come obiettivo, ovvero garantire un valido supporto ai genitori per conoscere in maniera più approfondita i loro bambini.

Lo sviluppo del bambino, secondo l’approccio Touchpoint, è caratterizzato da delle fasi e non da tappe obbligate. Insomma, non funziona tutto in maniera matematica o meccanica, dato che si tratta di fasi e momenti che variano da bambino a bambino, in base alle proprie esperienze di vita e a tanti altri fattori.

Lo sviluppo dei bambini si caratterizza per non essere contraddistinto da un andamento lineare: da qui, la presenza di un andamento ricorsivo, in cui ci sono delle evoluzioni, precedute da delle regressioni. Ebbene, ecco che il Touchpoint va proprio a scoprire quei momenti in cui si verificano tali, spesso molto sottili, regressioni, che potrebbero anche far nascere qualche timore nei genitori.

Secondo l’approccio Touchpoint, esistono ben 12 fasi di crescita nei bambini tra 0 e 3 anni. La prima è quella prenatale, ovvero del bambino “immaginario”, la seconda è quella del neonato, il bambino “reale”, poi nelle prime due settimane c’è la fase del calo di energia, dopo i primi due mesi, c’è la fase del bambino gratificante, ai 4 mesi la fase di guardare all’esterno, ai 7 mesi la fase di svegliarsi durante la notte, ai 9 mesi la fase dell’indicatore, ai 12 mesi la fase del camminatore, ai 15 mesi la fase dell’arrampicatore, ai 18 mesi la fase del ribelle, ai 24 mesi la fase del “no” e, infine, ai 36 mesi la fase del “perché”.

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