I Bambini BES: la teoria dell’inclusività

I Bisogni educativi speciali (BES), sono una categoria con cui vengono indicate le difficoltà relativa all’ambito dell’apprendimento o educativa, transitoria o permanente, che si manifestano nel periodo dell’infanzia, e che necessitano di un intervento specifico mirato didattico. I bambini BES dunque, necessitano di un programma individualizzato, che vada a colmare tutte le esigenze del bambino. Esiste dunque un deficit, che può essere fisico, psichico, sociale, relazionale o emozionale.

Dario Ianes definisce i BES come “qualsiasi forma di difficoltà manifesta in età evolutiva”. Dunque questi alunni necessitano di un Piano didattico Personalizzato, che venga stilato da un corpo docente in relazione allo specifico deficit. Suddetto piano didattico però, deve comprendere attività che comunque siano pari a quelle del contesto classe, proprio per evitare la marginalizzazione e l’esclusione, che potrebbero ancor più limitare le potenzialità del bambino.

La didattica inclusiva, è stata dall’intera Europa, e prevede che i bambini BES, vengano supportati dalla scuola stessa, dalle famiglie e da tutti i servizi competenti. Lo scopo è quello di creare un contesto in cui venga promossa la collaborazione al fine di evitare la marginalizzazione e promuovere di contro l’inclusività nel contesto classe per questi alunni, al fine di sviluppare un potenziamento rispetto alle possibilità future di apprendimento e ad un miglioramento del quadro evolutivo generale. Dunque la scuola diventa assoluta promotrice di questa tipologia di strategia, attraverso la figura del Dirigente Scolastico che in collaborazione con le docenti dovrà fornire agli alunni BES gli strumenti necessari per poter avviare questa strategia.

Il primo e più importante passaggio sarà quello di formare il GLI –gruppo di lavoro per l’inclusione, che dovrà analizzare il quadro generale di questi alunni BES e cercare di promuovere la strategia giusta attraverso gli strumenti giusti; solo successivamente verrà stilato il PDP, ovvero il Piano Didattico Personalizzato (su ogni alunno).

Si dovrà poi procedere al coinvolgimento delle famiglie e di tutte le altre figure necessarie per questo tipo di lavoro, e si dovrà stabilire la prassi di approccio. Le insegnanti dovranno educare rispettando la diversità degli alunni BES, e quindi dovranno lavorare con loro e attraverso loro.

La didattica inclusiva, favorisce il potenziamento grazie ad un programma stilato ad hoc, dove in relazione alle problematiche del singolo alunno, si promuove l’utilizzo di una strumentazione specifica, si effettuano schematizzazioni e riassunti dei testi, si facilita il calcolo matematico, si utilizzano mappe concettuali, e strumenti tecnologici volti a migliorare l’apprendimento attraverso la facilitazione del lavoro. Si utilizzano tutti i canali percettivi (visivo uditivo, tattile…), per stimolare maggiormente l’alunno.

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