Bambini con disabilità. Quali sussidi offre lo Stato per aiutare le famiglie

Bambini con disabilità. Lo Stato a supporto delle famiglie più bisognose.

In una famiglia in cui ci sono bambini con delle disabilità s’incontrano quotidianamente delle difficoltà sia di carattere pratico che economico. Ecco lo Stato Italiano cosa predispone per sostenere questi genitori.

Sono tante le famiglie in cui vivono bambini con disabilità. Devono affrontare ogni giorno molti problemi a causa delle spese da sostenere per aiutarli.
Medicine da acquistare, terapia, spostamenti e assistenza domiciliare di fisioterapisti e collaboratori familiari.

Lo Stato che aiuto può fornire a bambini disabili e alle loro famiglie?

Cerchiamo di capire cosa può fare lo Stato per alleviare queste famiglie del peso di questa condizione così sofferta. Perché una madre e un padre non vuole mai perdere la speranza che facendo di più può vedere crescere il proprio bambino e renderlo più sereno possibile.
Si parla d’invalidità civile dei minori, ma cosa s’ intende?
L’invalidità civile dei minori riguarda:
– tutti quei bambini che sono affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo.
– che abbiano difficoltà persistenti a compiere e/o svolgere compiti e funzioni proprie della loro età.
E’ allargato a soggetti al di sotto dei 18 anni.

La norma prescrive che l‘invalidità civile dei minori sussiste tutte le volte che si riscontrino delle difficoltà a svolgere compiti e funzioni adatti alla loro età.

Bambini con disabilità. Ecco i parametri

I parametri sono differenti da quelli relativi ai disabili di età superiore ai 18 anni. In questo caso si deve fare riferimento alla loro capacità lavorativa.
Nel caso di minori, i parametri sono differenti. Per loro si tratta delle difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni della loro età. Compiti e funzioni che senza quella disabilità non avrebbero difficoltà a compiere. E’ così che si esprime la legge.

Secondo il nostro ordinamento, di quali benefici hanno diritto i minori?

Secondo il nostro ordinamento, quando si tratta di un minore invalido, l’INPS eroga alcune indennità.
Ne segnaliamo in particolare due:
• l’indennità di frequenza
• l’indennità di accompagnamento.
La caratteristiche di queste due indennità è che l’una esclude l’altra. Per capire bene di cosa si tratta, vediamo quali differenze ci sono tra le due indennità.

1 L’indennità di frequenza bambini con disabilità

L’indennità di frequenza spetta ai minori di anni 18 che presentino delle difficoltà a svolgere i compiti e le funzioni tipiche della loro età, nonché ai minori con problemi di udito.
Questa indennità viene erogata con lo scopo di favorirne l’inserimento scolastico.
Per averne diritto, serve che il minore soffra di determinate patologie e che frequenti dei corsi di studio in scuole pubbliche o private, corsi di formazione professionale oppure che effettui periodicamente dei trattamenti terapeutici o di recupero in centri specializzati.

In cosa consiste l’indennità?

Lo Stato fissa per il 2017 un contributo di 279,47 euro mensili a coloro che posseggono un reddito annuo pari a 4.800,38 euro.

L’indennità non spetta:
– Nei periodi di ricovero con carattere continuativo e permanente.
– Durante le vacanze estive, essendo connessa alla frequenza di corsi di studio che durano da ottobre a giugno.

2 L’indennità di accompagnamento bambini con disabilità

L’indennità di accompagnamento prevede un’erogazione mensile di 515,00 euro e non fissa dei limiti di reddito.

A chi è destinata?

Viene concessa a seguito del riconoscimento di un‘invalidità totale. Si ha quando il minore non è in grado di deambulare o di svolgere in maniera autonoma i compiti quotidiani della vita.
L’erogazione dell’indennità di accompagnamento è indipendente dall’età. Pertanto viene erogata anche al superamento dei 18 anni, sussistendo le condizioni sanitarie.
L’indennità di accompagnamento viene sospesa qualora il soggetto venga ricoverato in un istituto e la retta sia a carico dello Stato o di un altro Ente Pubblico.

Come distinguere se un minore ha diritto di una o l’altra indennità. Frequenza o accompagnamento?

Non è così semplice, considerando che stiamo parlando di bambini e come tali bisogna capire cosa si intenda per autosufficienza. I bambini per natura non sono capaci di svolgere da soli molti compiti. Di conseguenza, stabilire se hanno diritto all’indennità, può essere complicato. Solitamente si deve fare riferimento ai certificati medici.

bambini con disabilità. Ecco come districare la matassa.

Partiamo dal presupposto che l’indennità di frequenza è concessa a chi ha difficoltà a compiere atti che altri soggetti della stessa età, in assenza di handicap, non hanno difficoltà a compiere. Potremmo prendere in considerazione una determinata azione e capire se il soggetto è in condizione di eseguirla senza difficoltà al pari di un bambino sano.
Nel caso in cui si è di fronte a mere difficoltà del bambino, avrà diritto all’indennità di frequenza.
Nel caso in cui il bambino ha bisogno di una costante assistenza, perché incapace di svolgere qualunque azione che un bambino della sua età è in grado si fare, avrà diritto all’indennità di accompagnamento.

Nel caso di indennità di frequenza, è importante ricordare che:

  1. in caso di minore iscritto alla scuola primaria o a quella secondaria di primo e secon­do grado, il requisito della frequenza è rispettato se la presenza è pari ad almeno i 3/4 dell’orario scolastico annuale stabilito dalla legge.
  2. nel caso di frequenza di asili nido o scuole dell’infanzia, deve essere presentata annualmente un’auto dichiarazione nel caso il bambino frequenti una struttura pubblica oppure un certificato di frequenza rilasciato dalla scuola privata.
  3. per il periodo di frequenza successivo all’obbligo scolastico, basta fornire un’ auto dichiarazione di frequenza.
  4. Nel caso di cambio di istituto o di passaggio al successivo livello di studi, si deve fare immediatamente una comunicazione.
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