Capricci dei bambini. Come intervenire per aiutarli a contenere le loro emozioni

Li chiamiamo capricci, ma i bambini hanno bisogno di manifestare il loro stato d’animo e il compito degli adulti è saper leggere nei loro comportamenti ciò che intendono comunicare.

I bambini fanno i capricci e spesso la risposta dei genitori è quella di sgridarli e metterli in punizione. E’ questo che i bambini si aspettano? Cosa vogliono dirci assumendo comportamenti capricciosi che spesso fanno perdere la pazienza ai grandi?

Non è facile il compito dei genitori, perché vedere un bambino piangere disperatamente senza un motivo apparentemente valido, fa andare in crisi una mamma o un papà.
Quando è molto piccolo, la mamma si preoccupa che possa stare male, non potendo esprimersi e quindi esternare il motivo della sua sofferenza. Crescendo, però, capita che il bambino continui a essere capriccioso e allora i grandi pensano di aver sbagliato qualcosa nella sua educazione.

Ecco che allora si interviene in maniera drastica con i ricatti, le punizioni e le proibizioni.

Prima d’ intervenire in questo modo, i grandi si sono domandati se questa è la soluzione migliore per evitare che il loro bambino faccia ancora dei capricci.

Cosa ci sta volendo comunicare il bambino con quegli scatti aggressivi e quel comportamento incontrollabile?

I bambini non conoscono altri modi per reagire e scaricare le loro paure e tensioni. Gli adulti vanno a farsi una passeggiata, fumano una sigaretta o si fanno un giro in moto. I bambini, possono attraversare dei momenti difficili che li portano ad avere delle reazioni eccessive che in qualche modo devono liberare.

Quale atteggiamento una mamma e un papà devono adottare per comprendere meglio il proprio bambino e dimostrargli di essergli sempre vicino?

Ognuno di noi attraversa dei momenti difficili e ha bisogno di un sostegno da parte di un amico. Una parola d’incoraggiamento e un abbraccio. Lo stesso vale per i bambini che più di noi sono fragili e indifesi, ma questo molto spesso non si prende in considerazione.
In molte famiglia, si crede che essere dei bravi genitori sia portare i soldi a casa e non fare mancare nulla, ma questo non basta.

I bambini cercano l’affetto dei genitori che devono rappresentare il rifugio sicuro a cui aggrapparsi ogni volta che ne hanno bisogno.

La loro presenza costante è fondamentale e quando i genitori hanno poco tempo da dedicare ai loro figli, devono metterci la loro buona volontà e tutta l’energia sufficiente a dimostrare loro quanto siano importanti.
Con i capricci, i bambini cercano amore, coccole, attenzioni. Stanno dicendo:

“Ecco io sono qui, ma forse non sono abbastanza importante per te”.

Spesso, inconsapevolmente i genitori commettono degli errori gravi, pronunciando parole che feriscono i bambini come spade. Loro assorbono tutto.
Paragonandoli ai fratelli più intelligenti o più buoni, affermando di non avere del tempo per giocare con loro o non rispettando un impegno come quello che hanno fatto (portarli al cinema, andare al parco, assistere alla loro recita scolastica), creano nel loro animo un vuoto che si portano dietro per molto tempo.

I bambini capricciosi, chiedono amore e più sono capricciosi maggiore è il loro bisogno di sentirsi amati.

I genitori, solo cambiando atteggiamento, saranno in grado di aiutare i loro bambini a riconoscere le proprie emozioni che pian piano riusciranno a gestire.
I capricci fanno parte del processo evolutivo del bambino, quindi il genitore non deve perdere la pazienza, ma aiutarlo a contenersi per non sfociare in rabbia.
Spesso, i genitori di fronte a un capriccio non riescono a gestirlo perché sono nervosi e stressati. Per questo motivo, devono cercare di essere sereni e trovare un aiuto per prendersi cura del bambino, specie quando è molto piccolo.

Soltanto con la tranquillità si trova il modo per aiutare il bambino che si sentirà capito.

Capricci dei bambini. Ecco come intervenire per aiutarli a contenere le loro emozioni.

  • E’ tipico del neonato piangere e questo apparentemente, sembra essere un capriccio. Piange quando ha sonno, se ha fame o vuole essere cullato. Il neonato ha bisogno del contatto materno per sentirsi al sicuro da tutto ciò che lo circonda. Volti a lui non familiari, luci e rumori di ogni genere, gli fanno paura.

    Non sa riconoscere il significato di tutto ciò e per questo motivo piange. Il suo capriccio serve a farci capire che lo dobbiamo tranquillizzare con una voce calma e rassicurante.

    Lo dobbiamo cullare e tenere vicino facendogli sentire la nostra presenza costante. Con il trascorrere dei mesi, inizierà a comunicare meglio con tutto ciò che lo circonda e avrà meno timore.
    Capirà che oltre la mamma ci sono i fratellini e il papà. C’è il momento in cui incontrerà i nonni e gli zii.
    I suoi capricci si ridurranno. Dipende dal modo come verrà aiutato a crescere e sviluppare la sua indipendenza e la capacità di adattamento.

  • Nei mesi successivi alla nascita, il bambino deve abituarsi a stare anche un po’ da solo. La mamma ritorna a lavoro, deve occuparsi degli altri fratelli e della casa. Deve imparare a consolarsi da solo con l’uso del ciuccio, di un peluche o del carillon.
    Inizierà a dormire nella sua culla e l’ambiente sereno lo deve aiutare a vivere ogni esperienza in maniera naturale e senza traumi. Una tata dolce e premurosa, i nonni amorevoli che hanno deciso di prendersi cura di lui, renderanno tutto assolutamente sereno e il bambino si adatterà facilmente.

    Con le giuste misure, i capricci del bambino saranno attenuati. Lui si sentirà comunque sempre amato e accolto dalle persone che lo circondano. Dormire nella sua culla non sarà difficile.

    La mamma lo deve fare abituare ad addormentarsi da solo. In questo modo lo aiuterà a diventare indipendente e autonomo. A volte una madre troppo presente cresce figli insicuri e dipendenti sempre da lei.
    Per facilitare meglio questo passaggio, si possono recitare delle canzoncine e lasciare un carillon con lo stesso motivetto.
    Mettete nella culla un oggetto di transizione che sarà una camicia da notte della mamma o una maglia. Il bambino si sentirà al sicuro anche se non ci sarà la sua presenza fisica.

  • Fino all’età di 5 anni, il bambino dovrà fare molte conquiste e superare tanti ostacoli. C’è la fase in cui comincerà a camminare e poi l’inserimento al nido. I suoi capricci si faranno sentire perché preferirebbe avere sempre la mamma accanto, ma come abbiamo già detto, la sua capacità di adattamento dipende dalla serenità che lei le trasmette. Solo così riuscirà a superare tutti gli ostacoli piccoli o grandi che incontrerà.
    Alcuni bambini si lanciano quando iniziano a camminare. Sono curiosi e non vedono l’ora di essere indipendenti. Altri sono insicuri e hanno molta paura. Per questo motivo tardano a muovere i primi passi e piangono quando la mamma li vuole fare camminare o lascia loro la mano. Appaiono pigri, ma in realtà la loro è solo paura.
    Lo stesso vale per l’inserimento al nido. Molti bambini si abituano immediatamente, altri piangono per mesi interi e ogni mattina diventa un vero incubo. Con i loro capricci esternano tutto il disagio che provano nel restare da soli con delle persone estranee e a contatto di altri bambini vivaci di cui loro hanno paura e ai quali non sono abituati.
    Genitori e insegnanti devono smorzare questa loro insicurezza restandogli accanto nel primo periodo, il tempo di rasserenarli e fargli capire che la mamma dopo qualche ora tornerà a riprenderli.

    Molte mamme ritardano l’inserimento alla scuola dell’infanzia, ma ciò renderà più difficile l’adattamento alla scuola primaria e rallenterà la loro capacità di socializzazione e di sviluppare quel senso di condivisione così importante.

  • I bambini figli unici, fanno i capricci all’arrivo di un fratellino. Sono stati abituati ad avere tutto per sè: i giochi, gli spazi e anche mamma e papà. Molti fanno dei capricci quando la mamma mette il fratellino in braccio o nel letto con sè.
    Mostrano tanta gelosia accompagnata da un senso di abbandono poiché si sentono messi da parte. Le loro manifestazioni capricciose sono spesso accompagnate a rabbia e aggressività. Nonostante questi atteggiamenti, i genitori non devono mostrarsi troppo severi o arrabbiati con loro. Mantenendo la calma, li devono aiutare a contenere la rabbia, esternare le loro insicurezze e rassicurarli facendoli sentire comunque importanti e amati nonostante ora c’è anche un altro fratello.
    Fatevi aiutare da lui nell’accudimento del nascituro, in modo che si sentirà grande e dimenticherà di fare i soliti capricci.
  • Ci sono molti bambini che all’ingresso alla scuola primaria, non sono scolarizzati, cioè non hanno ancora imparato a stare seduti e non socializzano. Fanno capricci perché non vogliono andare a scuola e in classe non vogliono lavorare.

    Se le mamme, a questi capricci reagiscono nervosamente o sono molto emotive i figli non riescono a tranquillizzarsi. Mentre prima bastava sono il suono della voce o l’espressione del viso per tranquillizzare i bambini, adesso bisogna utilizzare le parole giuste che aiutano il bambino ad accettare questo cambiamento.
    Quando dovrà lasciarlo a scuola, deve salutarlo sempre e mostrarsi serena e decisa. Farà capire al bambino che non c’è niente di cui avere paura e dopo la mattinata, insieme torneranno a casa dove lo aspetta il pranzo che preferisce e dopo i compiti potranno andare a spasso e fare tutto ciò che desiderano.
    Avere un buon rapporto con le maestre aiuta i bambini a sentirsi al sicuro. Vivranno così questa separazione con meno dolore.

  • Con gli anni, molti altri capricci si presenteranno perché i bambini vogliono sentirsi piccoli, sempre. I genitori dovranno ascoltarli ogni volta che ce ne sarà bisogno e aiutarli quando dovranno affrontare un compagno esuberante o aiutare chi ha bisogno.
    Non bisogna giudicare mai i compagni di scuola e solo così i bambini cresceranno circondati da tanti amici e non si sentiranno mai soli. Nel caso in cui il bambino si senta emarginato o insicuro nel rapportarsi con gli altri, il compito dei genitori sarà quello di dargli tanta sicurezza.
  • Crescendo, i capricci dei bambini non finiscono. In età preadolescenziale, sono tanti i motivi che rendono un bambino irrequieto e insoddisfatto. Il confronto con gli altri, l’incapacità nell’affrontare le sue responsabilità. I genitori devono trovare il modo per incoraggiarlo e sostenerlo sempre. Specie le ragazzine si sentono inadeguate e molte volte si chiudono in casa quando credono di non essere al top. E’ bene che sia la mamma che il papà si confrontino con i figli dello stesso sesso e li aiutino a superare i problemi psicologici che possono nascere a causa del cambiamento ormonale che stanno subendo.

Secondo lo psicologo, quando un bambino si mostra aggressivo e tende a non accettare i genitori, quello è il segnale più evidente che indica una richiesta d’aiuto da parte sua.

Anche se occorre litigare e scontrarsi spesso con i figli, questo servirà a insegnargli le regole e imparare come affrontare i problemi.
E’ compito dei genitori mitigare i loro scatti nervosi e la cosa più giusta da fare è dargli sempre il buon esempio, anche se non è facile.

Calma, serenità e carattere fermo, sono la soluzione migliore per far si che i figli controllino il loro carattere spesso irruento e crescano ragazzi educati e rispettosi degli altri.

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