Disordini alimentari: patologia, trauma o capricci?

I DCA, (disturbi del Comportamento Alimentare o disordini alimentari), rappresentano il nuovo cancro dell’era moderna. Interessano un numero cospicuo di persone di età diverse. Questa patologia, era tipica dell’età adolescenziale, ed in particolare, colpiva il sesso femminile, maggiormente legato al lato estetico, e alla volontà di raggiungere uno standard imposto da una società virtuale sempre più morbosamente malata.

Con il passare del tempo, i disturbi del comportamento alimentare, sono diventati appannaggio degli adolescenti, ma anche dei bambini: si stima che almeno un bambino su dieci, al di sotto dei dodici anni, soffre di disordini alimentari. Si tratta sempre di una patologia, di un trauma, o di capricci?

Alcuni esperti, spiegano che alcuni bambini, tendono a selezionare o a rifiutare il cibo, sin da piccolissimi. A quattro/cinque anni, tendono già ad avere delle preferenze, e ad effettuare delle specifiche selezioni del cibo. E’ in questa fase che i genitori, dovrebbero cercare di creare le condizioni affinchè i figli assaggino pietanze differenti, riuscendo cosi in questo modo a far si che i bambini ricevano il giusto apporto calorico giornaliero. La selezione del cibo, in una prima fase, può essere anche positiva, ma a lungo andare, può creare delle problematiche serie, ovvero delle carenze che possono tradursi in disturbi della crescita.

I disordini alimentari, possono dipendere da diversi fattori nei bambini: il modo in cui vengono educati a mangiare è di fondamentale importanza e influisce notevolmente sull’alimentazione, sulle scelte e sulle abitudini alimentari. Ma anche un trauma, o lo sviluppo di una vera e propria patologia legata al cibo, può causare disordini alimentari. Anche se la percentuale è minima, alcuni bambini, soffrono di traumi come la disfagia, che è determinata dalla paura di soffocare con il cibo. Se i bambini hanno vissuto traumi del genere, o hanno assistito ad un soffocamento determinato dal cibo, possono diventare restii nei riguardi di alcuni cibi, o addirittura rifiutarli.

Tutti i disagi si manifestano attraverso il cibo, per cui i disordini alimentari nei bambini, -nella maggior parte dei casi- sottendono una problematica più ampia, inerente ad un disturbo, ad un trauma, ad un malessere legato ad un preciso alimento, ad un’intolleranza ad un’associazione negativa rispetto ad uno specifico alimento. Inoltre tutto ciò che si lega al cibo, dal punto di vista del significato, perde di valenza a causa della mancanza di importanza che si associa al cibo buono e all’esaltazione che invece di fa dei cibi spazzatura. E’ dunque molto importante riuscire a far in modo che il bambino istauri con il cibo un legame sano e naturale.

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