Picacismo nei bambini e in gravidanza

Il picacismo è un disturbo alimentare e interessa prevalentemente i bambini con meno di sei anni. Secondo le statistiche ne soffrono circa il 20/25%. Può colpire però anche gli adulti, in particolar modo le donne in gravidanza. Ma cos’è il picacismo?

Il picacismo è il mangiare materiali non commestibili, come può essere la carta, la colla, la terra, i capelli, la plastica, il gesso… Piuttosto comune è vero durante l’infanzia, tende comunque a scomparire verso i sei anni di età. Tra gli adulti invece sono colpite alcune (rare) volte le donne incinte e le persone che soffrono di autismo.

Secondo alcuni esperti alla base di questo squilibrio alimentare vi è il bisogno di assimilare nutrienti che mancano all’interno della dieta. Il soggetto può inferire sostanze non alimentari sempre diverse.

Di solito inizia a comparire tra i 12 e i 24 mesi. Molto rara la diagnosi in età adulta o adolescenziale. E’ una malattia che scompare con la crescita.

Le cause del picacismo

Si tratta prevalentemente di ipotesi. Cause vere e proprie non ci sono. In questo capitolo ovviamente escludiamo casi in cui il bambino mangia questi non-alimenti per via di un disturbo alimentare. In condizioni “normali”, potrebbero esserci alle spalle problemi nel contesto famigliare. Come ad esempio conflitti e chiusura dal punto di vista delle relazioni.

I sintomi del picacismo

L’unico sintomo è l’ingerire sostanze non alimentari. Non mangiano sempre la stessa. Un sinonimo spesso utilizzato è allotriofagia.

Quali sono le conseguenze del picacismo

Quando viene diagnosticato il picacismo il paziente viene ricoverato. Spesso purtroppo arriva in ospedale proprio a causa di un avvelenamento per ciò che ha mangiato. Ingerisce le sostanze non alimentari le quali potrebbero provocare l’intossicazione o un danno anche molto grave a livello intestinale.

Una conseguenza comune è la carenza nutrizionale. Ma anche l’intervento chirurgico, in quanto il chirurgo deve intervenire per estrarre oggetti o materiali ingeriti in precedenza.

Come viene diagnosticato il picacismo?

I sintomi sono chiari è vero, ma occorrono diagnosi precise. Il medico deve valutare la durata prima di tutto. Episodi sporadici o un solo episodio non portano alla diagnosi di picacismo. Il bambino che ne soffre mangia sempre prodotti non alimentari. Secondo gli specialisti questo disturbo mentale deve presentarsi per almeno un mese consecutivo.

Importante anche l’età mentale del soggetto. Se il soggetto soffre di un grave disturbo mentale, come ad esempio la psicosi o il ritardo mentale, non si parla di picacismo visto che tale comportamente dipende dall’immaturità o dal quadro psicopatologico. Il fatto di mangiare cose strane può essere un sintomo di una malattia. Il bambino affetto da picacismo non ha altre anomalie se non quella delle sostanze ingerite.

Questi bambini mangiano anche cose normali e apprezzano la cucina tradizionale. Solo in rari casi non è così, ma più che altro per il fatto che hanno lo stomaco pieno di ciò che mangiano.

Esistono varie terapie contro il picacismo. Di solito attraverso la psicoterapia. Possono essere coinvolti genitori e/o familiari. E’ importante infatti analizzare la situazione familiare in generale.

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