Nao è l’amico ideale di tutti i bambini affetti da autismo

Nao è il nuovo progetto innovativo che aiuta i bambini affetti da autismo a comunicare con gli altri.

Da sempre, con la Ricerca ci si è impegnati ad entrare nel misterioso mondo dei bambini affetti dai disturbi dello spettro autistico.

Questo genere di bambini presenta una riduzione notevole delle capacità comunicative e un tempo le famiglie li isolavano per proteggerli dalla società. Oggi le cose sono cambiate. Anche questi bambini hanno la possibilità di interagire con gli altri.

Gli studi approfonditi in materia, trovano sempre delle nuove soluzioni e negli anni, sono state adottate molte tecniche per curare l’autismo. Anche in questo campo, la tecnologia ha contribuito molto.

I tempi stanno cambiando ed è stato creato un robot a misura di bambino per migliorare i problemi comportamentali dei nostri piccoli amici.

Incredibile, ma vero perché sembra un controsenso, ma è stato messo a punto un robot in grado di aiutare i bambini a socializzare.

I risultati della ricerca condotta a riguardo, sono stati presentati alla riunione annuale della Società internazionale per l’autismo, a Rotterdam.

Fino ad poco tempo fa, gli animali erano la soluzione adottata in molti casi di disturbi del comportamento. Un animale domestico è di grande aiuto per tutti coloro che soffrono di ansia, forte timidezza, paura o hanno difficoltà a rapportarsi con gli altri.

Un cane o un gatto fanno compagnia, funzionano da calmante e aiutano ad essere più sensibili e capaci di prendersi cura degli altri.

Ora ci si è spinti più in là perché oggi la medicina si unisce alla tecnologia. Sappiamo quanto il gioco sia un mezzo di apprendimento efficace fin da piccolissimi e con questa creazione si desidera inserire nel gioco un robot.

Il team della Vanderbilt University, ha introdotto un nuovo metodo di cura. Alla terapia unisce anche l’utilizzo di un robot umanoide chiamato Nao. Possiede dei sensori ed è collegato a telecamere e computer.

I terapeuti, per aiutare i bambini con problemi di apprendimento e in particolare affetti da autismo, hanno utilizzato per decenni il Pivotal Response Treatment (PRT), una forma di analisi comportamentale che utilizza il gioco per aumentare il desiderio dei bambini di apprendere un buon comportamento sociale.

In questo studio, i ricercatori olandesi hanno valutato se PRT che includeva il robot avrebbe avuto un’impressione più duratura sui bambini.

Il compito di Nao è quello di sviluppare nel piccolo paziente le capacità di base di apprendimento sociale, grazie a un sistema chiamato ARIA, che significa Adaptive Robot-Mediated Intervention Architecture. Questo sistema è in grado di fornire al bambino dei comandi vocali e delle indicazioni visive.

Generalmente, i bambini autistici hanno grosse difficoltà a stabilire un contatto visivo con le altre persone e a mantenerlo. NAO cattura l’attenzione dei bambini, tanto da riuscire a tenere il contatto visivo per un tempo elevato.

Secondo i ricercatori, il robot di ultima generazione è stato testato già su alcuni bambini autistici, associato a una terapia specifica. Ebbene, sono stati evidenziati dei progressi  maggiori rispetto a quelli che non erano ricorsi a questo genere di supporto.

Come si spiega tutto questo?

Nilanjan Sarkar, professore di ingegneria meccanica di Vanderbilt, sostiene che i bambini percepiscono che questo piccolo amico non si aspetta nulla da loro e di conseguenza si tranquillizzano, diversamente da quando una persona gli parla e gli fa delle domande che possono irritarli e metterli in agitazione.

Nao non giudica e i bambini si sentono al sicuro.

A seconda delle risposte ottenute dal bambino, Nao aumenta l’intensità degli stimoli e agisce in contemporanea a schermi disposti intorno alla stanza, allo scopo di riprodurre suoni e video. Quando il bambino risponde positivamente riceve dei premi. Poi vengono testate nuove combinazioni di comandi, oppure indicazioni in caso contrario.

Il team che ha lavorato alla realizzazione e allo sviluppo di NAO, ritiene che se ARIA si dimostra efficace, potrebbe essere usata anche a casa, come sostegno alla terapia e permettere di sostenere più bambini contemporaneamente.

Alycia Halladay, responsabile scientifico dell’Autism Science Foundation, afferma che questa ricerca che utilizza una combinazione di terapia comportamentale più un robot è promettente.

I bambini, con Nao si divertono poiché questo mini bambino può camminare, parlare, ballare e coinvolgerli in diverse attività che nel tempo li aiutano a migliorare la loro capacità di leggere le espressioni facciali e mantenere un contatto visivo appropriato.

La ricercatrice principale Iris Smeekens, afferma che i tutti i bambini amano il mondo dei robot e quelli con autismo non sono da meno. In base alla ricerca precedente, qesti bambini rispondono ai robot. 

Continua aggiungendo che i robot a differenza degli essere umani sono più rassicuranti, meno travolgenti e imprevedibili. Non fanno le facce e non hanno comportamenti difficili da decifrare.

Conclude affermando che anche se c’è da essere ottimisti, i ricercatori hanno bisogno di approfondire meglio lo studio per capire quali sono i componenti specifici utili per i bambini con disturbi dello spettro autistico.

 

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