Psicologia

Disgrafia e disortografia, ecco come si devono gestire

Nei bambini, in tanti casi, si individuano problematiche di disgrafia e disortografia, eppure i genitori non se ne accorgono oppure tendono a sottovalutare il problema. Ecco, quindi, come gestire in maniera corretta queste due situazioni, sottolineando come portino il bambino ad avere una scrittura fin troppo disordinata, ma anche molto difficile da leggere oppure non corretta.

Quando si parla di disgrafia si fa riferimento al disturbo specifico dell’apprendimento che va a colpire la scrittura in ambito manuale, sia dal punto di vista motorio che sotto il profilo esecutivo. Questo disturbo insorge nel momento in cui il bambino presenta una scrittura eccessivamente lenta e anche faticosa anche dopo aver affrontato i primi anni di scuole. Insomma, quando queste problematiche non ci dovrebbero più essere.

La scrittura si caratterizza per essere notevolmente disordinata, così come la gestione dello spazio sulla pagina diventa veramente molto confusa, le parole risulta essere troppo a distanza tra loro e in alcuni casi riempiono delle zone specifiche del foglio. Le frasi, inoltre, tendono a non seguire le righe e i margini difficilmente vengono rispettati, così come la dimensione delle lettere varia notevolmente tra una parola e l’altra.

La disortografia rientra nella categoria dei disturbi specifici dell’apprendimento che vanno a colpire la scrittura. Rispetto alla disgrafia, però, bisogna sottolineare come abbia un legame con la correttezza a livello ortografico e grammaticale.

La principale difficoltà è rappresentata dalla transcodifica del linguaggio orale in un linguaggio scritto. Spesso e volentieri le lettere vengono invertite, omesse oppure aggiunte. Stesso discorso anche per le doppie, che vengono di frequente omesse. In tanti casi, chi soffre di tale disturbo è portato a fare degli errori ortografici nell’utilizzo di alcune lettere, come ad esempio la H, la Q oppure l’apostrofo. Stesso discorso in riferimento alle fusioni e alle separazioni delle parole.

Qualora la diagnosi dovesse essere confermata, ecco che si dovrebbe procedere con un programma di sedute, in cui interverranno psicologi e logopedisti, con una periodicità pari a una volta a settimana od ogni due settimane per una durata totale che non deve essere meno di re mesi.

Un percorso che si può avvalere anche di specifiche tecnologie informatiche, corrispondenti in modo particolare a dei programmi di videoscrittura con sintesi vocale. Spesso viene consigliato anche di effettuare degli esercizi di movimento, in modo tale da rendere migliore la coordinazione tra l’occhio e la mano. Si può optare per lavorare sul potenziamento a livello lessicale.